giovedì 16 agosto 2012

L'ANIMA GOTICA: ORIGINI E LETTERATURA.

PREMESSA: LE ORIGINI DELLA SENSIBILITÀ GOTICA.

Il termine gotico deriva dal nome di una tribù germanica che per diversi secoli fu associata all'idea di barbarico e rozzo. Inoltre la parola è stata utilizzata per indicare uno stile architettonico medievale che, nel Rinascimento, fu affiancato al concetto di secoli bui. Nel corso dei secoli il termine ha acquisito significati diversi in svariati ambiti. In generale si può affermare che si parla di “atmosfere gotiche” per indicare sensazioni di sottile perturbante unito al sublime, malinconia, percezione della decadenza, oscuri conflitti interiori e presenza, più o meno esplicita, del soprannaturale. Per analizzare meglio il fenomeno così come si presenta in vari ambiti artistici e in diverse epoche, lo si analizzerà brevemente in più articoli, dedicati al gotico nella letteratura, nel cinema, nell'arte e nella musica.

IL GOTICO IN LETTERATURA.
Prima ancora che nasca ufficialmente il romanzo gotico con Il castello di Otranto di Horace Walpole (1764), tracce di sensibilità “gotica” sono emerse nel dramma elisabettiano (basti pensare al Tito Andronico e all'Amleto di Shakespeare, o alle tragedie di Marlowe e Webster). Elementi che saranno un riferimento importante per molti autori del romanzo gotico possono essere ritrovati anche nel Paradiso Perduto di Milton, in particolare nell'insolito e intenso ritratto che fa di Lucifero che sembra anticipare le descrizioni del tipico villain del romanzo nero inglese; oppure negli elementi notturni e foschi presenti nella Gerusalemme liberata del Tasso. Nel '700 si sviluppa inoltre la poesia cimiteriale inglese, con autori come Thomas Gray ed Edward Young, che conosceranno una fama internazionale e saranno presi come modelli letterari anche dal Foscolo dei Sepolcri. Questo tipo di poesia è caratterizzata dalla presenza di tematiche come la morte, il sonno e la notte, spesso con un sottile senso del macabro. Un trattato significativo per la nascita della letteratura gotica è Indagine sull'origine delle nostre idee di sublime e di bello (1757) di Edmund Burke, dove viene analizzato il sentimento del sublime, correlato soprattutto all'idea di terrore:
Tutto ciò che in qualche modo è adatto a stimolare idee di dolore e pericolo, vale dire tutto ciò che in qualche modo è terribile o ha a che fare con argomenti terribili oppure funziona in modo analogo al terrore, è una fonte del sublime; produce cioè la più forte emozione che la mente è capace di sentire.
Anche I. Kant, nella sua Critica del Giudizio del 1790, analizza l'idea di sublime come sentimento ambivalente, capace di destare terrore per la sensazione d'impotenza che genera, ma allo stesso tempo di elevarci, generando in noi la consapevolezza di essere le uniche creature al mondo capaci di sentirsi sgomente e riflettere sulla potenza della natura. Elementi tipici della narrativa gotica, come la figura del villain e la fanciulla perseguitata, sono fortemente presenti nella Justine del Marchese De Sade (1791), un'opera dominata dall'assoluta presenza del Male e dell'uomo schiacciato dall'impietoso meccanismo della Natura che privilegia sempre il più forte. Ma è con Il castello di Otranto (1764), di Horace Walpole che inizia ufficialmente il filone dei romanzi gotici.

Narrativa gotica.
Nel Settecento nasce la narrativa gotica che unisce elementi del soprannaturale e del perturbante con scenari medievali, con castelli diroccati, sotterranei e luoghi tenebrosi, spesso ambientati in paesi cattolici, come l'Italia e la Spagna. Essa può essere vista come la controparte oscura dell'Illuminismo fiducioso nel potere della ragione e del progresso, rivelando quelle zone ignote che non potevano essere spiegate da una filosofia razionalista. L'iniziatore di tale genere è appunto Horace Walpole con Il castello di Otranto del 1764, romanzo che utilizza lo stratagemma letterario del manoscritto ritrovato (lo stesso che utilizzerà Manzoni nei Promessi Sposi, opera che riprende alcune suggestioni del genere). Molte scrittrici si occuperanno di romanzo gotico (o nero, come veniva definito allora) tra cui le più famose sono Clara Reeve (Il vecchio barone inglese) e Ann Radcliffe (che in opere come I misteri di Udolpho e L'Italiano riduce l'elemento soprannaturale). Nell'Ottocento continua il successo di questo genere con i suoi esempi più noti come Il monaco di Matthew Gregory Lewis, Il vampiro di John William Polidori, Melmoth l'errante di Charles Robert Maturin, Frankenstein di Mary Shelley e Dracula di Bram Stoker (ritenuto l'ultima opera del filone gotico). Se la narrativa gotica inglese può considerarsi conclusa nella fine dell'Ottocento, suggestioni gotiche hanno continuato a emergere in molte opere letterarie di varie nazionalità. A cominciare da Edgar Allan Poe che, pur non rifacendosi alle tipiche ambientazioni gotiche, ne riprende le atmosfere, il mistero, l'orrido e l'angosciante, per poi giungere a Howard Phillips Lovecraft che parte dal genere gotico per poi aprire la strada all'horror fantascientifico. Anche molti autori horror contemporanei hanno subito suggestioni dal genere gotico, tra cui Shirley Jackson, Daphne Du Maurier, Richard Matheson, Susan Hill, Stephen King, Peter Straub, Valerio Evangelisti e, soprattutto, Anne Rice, con le sue Cronache dei vampiri e il ciclo delle Streghe di Mayfair.

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